L’aereo che unisce due generazioni

Ci sono momenti che funzionano al contrario: a volte, infatti, sono gli studenti ad insegnare.

E’ questo il caso dei ragazzi dell’Accademia di belle arti di Bologna, che hanno concluso la prima fase del cantiere-scuola, nel museo per la memoria di Ustica, sui resti dell’aereo che il 27 giugno del 1980 si inabissò in mare.

L’intervento, portato avanti sempre con il museo aperto al pubblico, è la prima fase di un progetto articolato in più momenti, che si realizzerà tramite l’apertura di altri cantieri che vedranno gli studenti protagonisti nell’arco di un biennio.

“Lavorare qui è stato un grosso impatto dal punto di vista emotivo – ha aggiunto – ci siamo documentati molto, soprattutto i ragazzi che non c’erano quando è caduto l’aereo”

Un progetto ambizioso, ma anche ad ampio spettro: questa curiosa operazione ha favorito un contatto con la storia, materia che le nostre generazioni fanno fatica spesso a comprendere: pensate che anche le visite di under 30 sono aumentate al museo!

Che dire?

Complimenti ed avanti così!

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