#IlSorrisodelFuturo: la scuola è pronta per la disruption
Grazie alle nuove tecnologie, la nostra quotidianità ha subìto un’accelerazione consistente. Come vuole la legge di Moore, la velocità innovativa delle tecnologie ha un livello esponenziale, e questa evoluzione coinvolge ormai tutti i rami della nostra vita. Possiamo trovare tecnologie smart nella nostra casa sottoforma di elettrodomestici intelligenti, nelle nostre tasche come smartphone e wearable, fino a raggiungerci sul lavoro e nel tempo libero con computer e applicazioni che ci connettono o disconnettono al mondo che ci circonda.
Digitalizzando ogni ambito della nostra società, abbiamo rivoluzionato il modo in cui intendiamo molte attività che fino a qualche anno prima svolgevamo in maniera analogica. Se oggi ci sembra normale noleggiare una bicicletta al volo attraverso un’applicazione, spedire una lettera in tempo reale o portare diversi gigabyte di musica nelle nostre tasche lo dobbiamo alla disruption che questi strumenti (come le app, la posta elettronica e l’i-pod) hanno generato in tutti gli aspetti della nostra vita.
Che cos’è la disruption?
Ma il termine disruption non significa necessariamente “distruggere” l’analogico per ricrearlo in digitale. Per disruption s’intende la rottura dello schema usuale con cui un’azione veniva compiuta. La vera “rivoluzione” dei business tecnologici di successo, dunque, avviene nelle nostre azioni quotidiane, e di conseguenze nella nostra mente: cambia il modo di pensare quella determinata azione.
Basti pensare a come le tecnologie hanno cambiato il mondo del lavoro. Un classico esempio è quello dell’operaio che, da un lavoro manuale che necessitava di grande forza fisica e fisicità robusta, oggi opera attraverso macchinari robotici di alta precisione, che necessitano di competenze completamente diverse. Di conseguenza, i nuovi operai vengono assunti sulla base di criteri differenti, il lavoro è mutato profondamente ed è stato quindi necessario ripensare da zero l’intero processo lavorativo, reso obsoleto da questi cambiamenti.
E l’istruzione? Non è ora di rivoluzionarla?
Se la disruption ha cambiato il modo di intendere tante aree della nostra vita, c’è ancora un ambito che è rimasto costantemente identico a se stesso: l’istruzione. Sebbene vi siano stati dei pallidi tentativi di aggiornare il servizio scolastico, inserendo ore di informatica e strumentazione tecnologica varia, il concetto di insegnamento, così come lo conosciamo in Occidente, è sempre uguale a se stesso attraverso i secoli.
Annalisa Viola
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