LibriAMO: Sergio Givone – Nel nome di un dio barbaro
A volte la vita ci trascina, e non sappiamo nuotare. A volte, il disinganno è il nostro migliore amico: guardiamo le cose dall’alto, quasi estranei alle nostre stesse esistenze. A volte l’amore è sacrificio, ed il sacrificio è odio.
A volte tutto questo si nasconde in un libro sconosciuto, ottenuto per caso su un sito di scambio libri, affascinata dal titolo accattivante e da una copertina sexy.
“Nel nome di un dio barbaro“, di Sergio Givone, è uno dei libri più malinconici che io abbia mai letto (dopo “L’Isola” di Meša Selimović). Tristezza, nebbia e lotta si mischiano in un romanzo al confine tra quel che conosciamo e ciò che non vogliamo sapere.
Per i protagonisti non vi sono nè delitto nè castigo, nè paradiso nè inferno: sono sospesi in un’aura di idee, di ricordi, dalla quale non riescono ad emergere.
Questo è un libro da leggere da soli, con solo il camino crepitante in sottofondo. E’ un libro da sentire, da annusare come le caldarroste sulla brace. Questo libro o lo si ama o lo si odia.
Io, personalmente, me ne sono innamorata.
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