Mutilazione dei genitali: dopo la Nigeria anche il Gambia a favore delle donne.
La mutilazione dei genitali femminili, detta anche infibulazione, è una pratica usata tuttora in molti Paesi del mondo; basti pensare che solo quest’anno la Nigeria è diventata il primo Stato Africano a vietare questa pratica.
L’infibulazione è una procedura che spesso viene eseguita su bambine e ragazze molto giovani, e che prevede la rimozione del clitoride e di altre parti dei genitali femminili con un intervento di mutilazione e cucitura che, oltre ad atroci dolori, porta a gravi complicazioni per la salute, fino all’infertilità.
Oggi vi portiamo in Gambia, in Africa Occidentale, dove il governo ha recentemente annunciato che l’infibulazione sarà presto illegale, seguendo così la decisione presa lo scorso giugno dal palmento Nigeriano. A darne l’annuncio è stato Yahya Jammeh, Presidente del Gambia, ricordando che le mutilazioni dei genitali femminili fino ad ora hanno colpito tre quarti delle donne del Paese.
Il Presidente del Gambia ha deciso di mettere le donne e le bambine al primo posto, una scelta nuova ed inaspettata. Ogni hanno, sono più di 130 milioni le donne che, in Africa e in Medio Oriente, vengono costrette a questa pratica; una scena che ricorda i peggiori film horror.
Ancor di più, a pochi giorni dalla Giornata Mondiale contro la Violenza sulle donne, i riflettori devono rimanere accesi e puntati sulle torture che vengono praticate su queste donne; la strada da fare è ancora tanta. La Somalia è il Paese in cui la mutilazione dei genitali femminili viene praticata più di frequente: il 98% delle ragazze di età compresa tra i 4 e gli 11 anni ha subito questa pratica.
Questo genere di atrocità devono finire! I Paesi dell’Occidente, civilizzati, non possono rimanere apatici lasciando che questo genere di torture continuino, solo perché lontane da noi.
Ognuno di noi, nel suo piccolo, ha il grande potere di poter dare gran voce a queste donne.
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