LibriAMO: Euripide – Medea
Infatti, se porgi agli stolti un nuovo sapere, sembrerai persona incapace, certo non sapiente. Se, invece, sarai ritenuto superiore a coloro che hanno fama di possedere una cultura brillante, in città apparirai persona molesta.
Siamo solo alle prime pagine e Medea dovrebbe avervi già conquistato. L’autore in questo caso è Euripide, che mette in scena la sua tragedia, per la prima volta, ad Atene, alle Grandi Dionisie del 431 a.C.
La trama è tanto semplice quanto attuale: una donna, Medea per l’appunto, viene lasciata dal marito per quello che viene definito “un letto migliore”. Medea è una donna con uno spirito da soldato, come bene afferma nelle prime toccanti pagine. Avrebbe preferito lo scudo al parto, la sofferenza del corpo a quella del cuore e della mente. A quell’uomo (Giasone) aveva dato tutto: il proprio corpo, il proprio cuore, il proprio aiuto (per la conquista del vello d’oro) e, infine, il proprio potere.
Quest’opera è un grido di vergogna, di umiliazione. Attuale come non mai, ci porta ancora una volta a riflettere sulla figura femminile, che da un pezzo ha smesso di considerarsi “costola“, pretendendo un ruolo paritario, degno di rispetto. La donna non va calpestata, ferita, usata; Medea ci dimostra, in modo ovviamente estremo e tragico, come tutti i miti, quale devastazione possa essere causata da quelli che sono gli aspetti più bassi dell’animo umano: la sete di potere, l’invidia, l’ambizione sfrenata, il mancato rispetto della dignità altrui.
Che dire? Ve lo consiglio di cuore!