One World Futbol: il pallone da guerra.

“Si vis pacem, para bellum”, “Se vuoi la pace, preparati per la guerra”.

Pare essere proprio questa la filosofia che ha portato Tim Jahnigen a costruire il perfetto “pallone da guerra”: un pallone indistruttibile, che in nessun caso può sgonfiarsi. Si può pugnalare, schiacciare, investire con l’auto o può finire sotto un carro armato. Non si distruggerà mai. È stato pensato apposta, perché non si buchi e resti sempre intatto. Così che anche i bambini dei Paesi in guerra possano sempre continuare a giocare.

Il progetto faticava, stentava a partire; poi è intervenuto Sting, rockstar nota per aver sposato parecchie campagne umanitarie, e da allora è nato One World Futbol, progetto attualmente garantito per 30 anni.

Si gioca da Teheran al Libano, dalla striscia di Gaza all’Iraq; si gioca nei campi profughi, nelle vie deserte, sugli sterrati. Si gioca, e il tempo si ferma, per 90 magici minuti. Non ci sono più macerie, ma porte e pali; non esistono buche, ma ostacoli nella dura strada del gol. E gli avversari restano tali solo fino alla fine del match.

Si ritorna, davvero, bambini.

Si ritorna, anche se per poco, a vivere.

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